white horse

Satira o sostituzione di persona? 
Se reato, non c’è giustizia.

Sostituzione di persona (?) Satira (?) ed un’inadeguata macchina di controllo che non riesce a stare al passo con la crescita ed il ruolo dei social nella società odierna.

Tiene banco in quel di Cesena la denuncia contro ignoti da parte di Enzo Lattuca (ultimo eletto Sindaco della città) nei confronti di chi, durante la campagna elettorale, ha creato una pagina denominata ‘’REnzo Lattuca’’.

‘’REnzo’’, non ‘’Re Enzo’’ come riportato da alcuni articoli.

Cambia, perchè se nei post della pagina stessa il tono era goliardico e satirico, nei commenti di altri post alcuni utenti Facebook venivano traviati da un’assonanza onomatopeica nel nome e dalla stessa foto che l’allora candidato stava utilizzando per la propria campagna elettorale.

Foto modificata, eh: su tutto, dei grossi dentoni. Le modifiche tuttavia non erano apprezzabili nella dimensione della foto nelle risposte ai commenti sui post di Facebook; figurarsi se fruiti da smartphone.

Considerando che buona parte degli utenti utilizza i social in maniera distratta, in alcuni casi non ha padronanza delle piattaforme e magari non conosce esattamente il nome di battesimo del candidato, si poteva creare confusione.
Anzi, ora che ci penso, lessi almeno un paio di botta e risposta nei commenti fra ‘REnzo’ ed utenti distratti.

Una goliardata?
Può essere…
Magari anche i commenti ‘in giro’ per la piattaforma nascevano con lo stesso intento e tono goliardico o satirico della pagina, il risultato però cambia?
Sicuramente la pagina è stata creata per cercare di creare un danno di immagine al candidato ma più che volontà di sostituirsi allo stesso – data la scarsa malizia e l’ancor meno tecnica applicata per non farsi scovare – vedo una sottovalutazione di quello che è consentito e quello che non lo è sui social.
(Non la trovo una scusante)
Tornerò su questo punto fra poco.

Non voglio questionare su quale sia il limite, dove finisca la satira e dove inizi (nel caso) un reato, soprattutto dato che la pagina è nata e ha operato in piena campagna elettorale, e non saprei dire se e come influisca nella valutazione di tutto ciò questo.

Per me non è il punto. Credo che il comportamento in questione non sia archiviabile come cavalleresco ma tutto sommato abbia creato più fatica nervosa al candidato ed al suo team (del tipo: “Non riesco a farlo bannare”) che altro.

La mia riflessione non verte sul fatto che l’accusato sia colpevole o innocente, ma su cosa sarebbe potuto succedere se ci fosse stato un danno, un reato e la relativa sentenza arrivasse due anni dopo a giochi fatti.

‘’Va be dai, quelle elezioni non valevano, 0 a 0, le rifacciamo’’

Veramente, non ho niente contro l’autore di questo atto, anzi, mi è sembrato a tratti geniale, il tutto ancor più avvalorato dal fatto che sembrerebbe abbia architettato ed eseguito tutto da solo.

Non me ne frega niente, soprattutto perchè Enzo ha vinto ed è Sindaco.
Questo tentativo di satira o di ‘scherzare in maniera pesante’  – decidi tu – non è andato a buon fine, ma se il risultato fosse stato diverso?
Di cosa staremmo parlando?

Cioè, se dopo le varie segnalazioni, Facebook avesse tardato ancora più di quanto abbia impiegato ad eliminare la pagina, e la propaganda della stessa avesse contribuito alla sconfitta del candidato che sfavoriva, che storia ci staremmo raccontando ormai due anni dopo?

Un po’ più in grande, la stessa problematica potrebbe condannare Facebook dopo aver cannibalizzato Snapchat (RIP) clonando la funzionalità ‘stories’ che ha spopolato su Instagram o per aver appena rilasciato la nuova sezione di Instagram: Reels.
Reels fa quello che fa TikTok, né più né meno.
Il plus è che lo fa su Instagram uno dei social con più utenti e più tempo trascorso per utente ogni giorno.

Il formato vincente dell’app cinese con la fanbase di Facebook nel momento in cui l’America sta facendo questioni relativamente al trattamento di dati e privacy da parte di TikTok potrebbe segnare il declino della stessa.

Se fra – sto stretto – un anno l’antitrust condannasse FB, e lo multasse per qualsiasi cifra, chi ridarebbe l’opportunità di cannibalizzare il mercato dell’intrattenimento a TikTok?

Amazon ha creato un fondo con cui investe o acquisisce informazioni da startup che poi clona.
Crea dei competitor delle stesse e lancia sul mercato prodotti e/o servizi simili, se i founder riuscissero a spuntarla e a dimostrare un danno o un reato, oltre una ridicola multa, chi ridarebbe l’opportunità a queste persone di conquistare una fetta di mercato?

Non credo ci sia una cifra adeguata, anche perchè opportunità a cascata ed effetto composto non sono quantificabili.
Quali sono i danni dimostrabili ed esigibili?
Sono rimborsabili il tempo e le opportunità perse?
Se sì, come?

Queste domande valgono anche tornando a questioni locali.

Oggi, a giochi fatti, è facile banalizzare. Facile prendere le distanze dall’autore della pagina oggi, quando tutti conosciamo il risultato, prima? Giù di like.

Trovo in tutto questo una lentezza esecutiva e legislativa degli organi preposti al controllo ed alla gestione oltre che una inconsapevolezza o una leggerezza nell’utilizzo da parte degli utenti.

Credo che sia giunto il momento di accettare che i social network siano diventati parte integrante della nostra vita, e quello che succede sui social è vita.
Spesso sembra che ce lo dimentichiamo o che quello detto sui social valga meno.
Capisco anche che possa sembrare una dichiarazione poco romantica… Può piacere o meno ma le coppie si separano per colpa di ‘’like’’, gli adolescenti si suicidano per quello che leggono nei commenti e le elezioni si decidono – anche e soprattutto – sui social.

Andrà fatta tanta informazione per arrivare ad una consapevolezza adeguata degli utenti, dato che su queste piattaforme è tutto amplificato e spesso vengono usati toni che nessuno si sognerebbe di utilizzare vis-à-vis.
Data l’inadeguatezza citata sopra, servirà ancor più educazione e buon senso del solito per far si che quello che per adesso è una giungla non si trasformi nel Far West.

Can’t wait…

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Da sempre appassionato di logica e strategia nel 2013 ho fondato la mia prima startup e poi non mi son più fermato.
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